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Dove siamo

L'Hotel Innpiero di Taormina si trova in Via Pirandello n. 20. Coordinate Latitudine: 37.854599, Longitudine: 15.289721

Dall'Aeroporto di Catania
In auto prendi l'autostrada in direzione Messina. Uscita Taormina. Allo svincolo prosegui sulla Via M. e N. Garipoli e continua su Via San Pancrazio. Gira a sinistra nei pressi di Porta Messina.

Col Bus, prendi il Bus "Etna" di colore blu per la tratta Catania-Aeroporto - Taormina. Scendi al Capolinea a Taormina. Prosegui a piedi per circa 200mt in direzione Centro percorrendo la Via Pirandello.
L'Hotel Innpiero si trova sulla tua destra.

Dalla stazione dei treni di Taormina
Prendi l'autobus in direzione Taormina Centro. Scendi al Capolinea. Prosegui a piedi per circa 200mt in direzione Centro percorrendo la Via Pirandello.
L'Hotel Innpiero si trova sulla tua destra. 

Dal terminal bus di Taormina
Percorri la Via Pirandello in direzione Taormina Centro per circa 200 mt. L'Hotel Innpiero si trova sulla tua destra

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Taormina da scoprire...

La vita nella città di Taormina si svolge nel Corso Umberto, una via tranquilla con negozi, ristoranti e bar, dalla quale è possibile raggiungere tutti i punti di interesse della città.

Per i visitatori di Taormina, la città offre un itinerario ricco di monumenti.

Prima di arrivare all’arco di Porta Messina si trova la Chiesa di San Pancrazio , eretta sulle rovine di un tempio greco dedicato a Giove Serapide, di cui sono ancora riconoscibili frammenti di muro. L’architettura è di stile barocco e risale alla seconda metà del 1500. Di notevole interesse è il portale principale con gli stipiti e gli architravi in pietra di Taormina ed ornato da due colonne in stile jonico per ogni lato. Entrando, sopra il portale, è possibile vedere il soppalco con l’organo. L’altare maggiore è ricco di marmi colorati con ai lati due colonne di stile jonico che richiamano quelle poste sul portale esterno. In cima all’altare sono posti otto angeli, quattro per lato, con al centro il busto di Dio benedicente e sulla destra il martirio di San Pancrazio. Ai lati dell’altare maggiore vi sono degli altari minori: quelli sulla destra hanno due bellissimi oli su tela raffiguranti il martirio di San Nicone e la consacrazione di San Massimo, successore di San Pancrazio; sulla sinistra abbiamo l’affresco raffigurante Tofano Cerameo, ultimo vescovo di Taormina nell’XI secolo.
Entrando da Porta Messina inizia il corso Umberto I, salendo si arriva subito in Piazza Vittorio Emanuele o Piazza Badia, dove si trova il Palazzo Corvaja, che fu sede del primo parlamento siciliano. È il più importante palazzo medievale della città e prende il nome dalla famiglia Corvaja, una delle più antiche e nobili di Taormina, che lo possedette dal 1538 al 1945, epoca in cui il Comune lo espropriò per motivi di pubblico interesse. Ha insieme uno stile arabo, gotico e normanno per l’influenza delle civiltà che si sono susseguite nel tempo. Inizialmente fu una torre araba, costruita per scopi militari, poi fu usata come convento. Alla fine del 1300, alla sinistra della torre fu aggiunta una costruzione che oggi ospita gli uffici dell’Azienda di Soggiorno e Turismo. L’ala destra del Palazzo fu realizzata agli inizi del ‘400 per permettere le riunioni del Parlamento siciliano. Successivamente le riunioni si tennero nel grande salone quattrocentesco alla presenza della Regina Bianca di Navarra. Per questi motivi il Palazzo è anche chiamato del Parlamento o della Regina Bianca di Navarra.
Accanto al palazzo si ammira la chiesa di Santa Caterina d’Alessandria: all’interno, sotto il livello della pavimentazione si scorgono i resti di un tempio ellenistico e un piedistallo regge la statua marmorea raffigurante Santa Caterina.
Dietro la chiesa si trova l’Odeon “piccolo teatro”, scoperto per caso durante dei lavori nel 1892. La sua costruzione risale al periodo della dominazione romana e fu costruito su un tempio greco dedicato a Venere o ad Afrodite. Era un teatro di modeste dimensioni, forse riservato alle autorità ed alle persone privilegiate, e ha lo schema di tutti i teatri romani: scena, orchestra e cavea.

Di fronte alla chiesa si apre la via Teatro greco che conduce all’omonimo monumento. La costruzione risale all’epoca greca intorno al III sec a.C., periodo in cui governava Gerone III, e ristrutturato sotto la dominazione romana. Per grandezza, dopo quello di Siracusa, è il più grande della Sicilia. Si divide in tre parti: la scena, l’orchestra e la cavea. La parte più importante è la scena che, in parte, conserva la sua forma originale. La cavea è costituita da una gradinata che, partendo dal basso, sale in alto sino alla sommità. Due stanzoni laterali chiudevano la scena e la platea (cavea), impedendo il passaggio al pubblico; i primi posti della cavea erano riservati alle autorità, la parte alta alle donne. Nel muro terminale vi erano delle nicchie che contenevano statue in esposizione. L’orchestra divide la scena dalla cavea.
In due stanzette site nella parte più alta del Teatro vi è l’Antiquarium o Piccolo Museo che custodisce reperti archeologici, tra cui le 14 tavole del primo ordinamento della polis, emanato da Andromaco, su tavole di marmo. Al periodo romano appartengono poi le Naumachie. Si tratta di un grande muraglione in mattoni rossi, lungo 122 metri ed alto 5 metri, che presenta delle grandi nicchie, dove erano collocate delle statue di divinità ed eroi. Il nome ricorda le battaglie navali che i romani simulavano nelle acque antistanti. Alcuni pensano che si trattasse di una raccolta d’acqua a cielo aperto per i bisogni della città; altri che si trattasse di un ippodromo o di una grande palestra, Ginnasio, dedicata a Giove, dio della forza fisica, dove si curava l’educazione psico-fisica dei giovani.
Continuando per il corso si arriva in Piazza IX Aprile, la più elegante e frequentata piazza di Taormina, con i suoi bar all’aperto e gli artisti che dipingono ritratti e paesaggi. Dalla balconata si ammira un magnifico panorama che abbraccia l'Etna, la baia di Naxos e i ruderi del teatro antico di Taormina. Sulla sinistra sorge l ‘ex – chiesetta di S. Agostino (oggi sede della biblioteca comunale), costruita nel 1448 per devozione a San Sebastiano che miracolò la città tenendo lontana la peste. Con l’arrivo a Taormina dei padri agostiniani che ne presero possesso ampliandola in un convento, la chiesetta perse l’antica intitolazione a San Sebastiano per assumere quella di Sant’Agostino.
Di fronte alla terrazza sorge in cima a una scalinata la barocca Chiesa di S. Giuseppe, costruita nel XVII.
L'edificio più importante della piazza è la Torre dell'Orologio, o porta di mezzo, edificata nel basso Medioevo, probabilmente su preesistenti fondazioni di mura ellenistiche, e poi rasa al suolo durante l’invasione dei francesi di Luigi XIV. La costruzione che vediamo oggi è della fine del '600, epoca in cui venne anche aggiunto l'orologio. Dalla torre fino a porta Catania è compresa una parte della città chiamata “Borgo quattrocentesco” poiché i maggiori edifici furono costruiti tra la fine del 1300 e l’inizio del 1400.
Sul corso cittadino si raggiungono il Palazzo Municipale, o Palazzo dei Giurati, e il Duomo. Quest’ultimo, dedicato a S. Nicola di Bari fu costruito nel 1400, su una preesistente basilica medievale. Ha una struttura a croce latina con tre navate. Nelle due laterali trovano posto i sei altari minori. Sei colonne, tre per lato, di origine monolitica in marmo rosa di Taormina e sormontate da capitelli decorati a foglia e a squama di pesce, sostengono la navata centrale. Quest’ultima si apre sotto un soffitto a travi di legno con mensole intagliate, che riproducono motivi arabi resi in gusto gotico. Di notevole interesse il portale principale, ristrutturato nel 1636, con un grande rosone scolpito d’ispirazione rinascimentale. All’interno si trova La Madonna bizantina o Madonna non manufatta ritrovata all’interno di un antico pozzo, probabilmente posta lì per salvaguardarla dalle ripetute invasioni e saccheggi in epoca araba. La tradizione vuole che vi fosse stata deposta dagli angeli, da qui l’appellativo di "non manufatta", cioè non realizzata da mano umana. Si tratta di un dipinto ad olio su tavolozza, ricoperto da un manto di argento e di pietre dure. 

Nella Piazza del Duomo si può ammirare la Fontana del Tauro, l’unica fontana artistica di Taormina, costruita nel 1635 in stile barocco. Sulla base vi sono tre gradoni di pietra, a distanza simmetrica sorgono quattro colonne, rappresentanti dei mostri, che sorreggono una vasca ottagonale. Al centro della vasca si notano altri due mostri che sorreggono la vaschetta circolare sul cui orlo esterno si leggono i nomi degli amministratori dell’epoca e la data di costruzione. Al centro della vaschetta vi è una sfera che costituisce la base della centauressa incoronata che, nella mano sinistra, regge il mondo e in quella destra lo scettro del comando, simbolo di Taormina.

Imboccando la via Spuches si giunge al Palazzo dei Duchi di Santo Stefano. Costruito tra la fine del 1300 ed i primi anni del 1400 è un edificio gotico. È formato da tre piani con una superficie di 100 mq ciascuno ed è ornato nei piani superiori da quattro bellissime finestre bifore con struttura molto elaborata. Ai piani superiori si accedeva mediante ponti levatoi. Nel 1700 fu realizzata la scala che porta al primo piano. Al palazzo è annesso un giardino con un pozzo utilizzato per la raccolta di acqua piovana. L’originario aspetto fortificato fu alleggerito con l’inserimento di elementi decorativi quando divenne la residenza della famiglia spagnola De Spauches, duca di S. Stefano. Nel 1960 il comune lo comprò per 60 milioni dagli eredi e adesso ospita le opere scultoree della fondazione Marzullo, scultore siciliano, e reperti archeologici risalenti al III e II sec a.C.
Accanto al Palazzo si trova il ghetto degli ebrei, il quartiere sorto verso il 1400 e abitato esclusivamente dagli ebrei. Vi si accedeva da due porte indicate come Vico degli Ebrei e via del Ghetto. Le case furono costruite in maniera tale da togliere aria e luce alle strade strette e buie. Gli ebrei non avevano la proprietà della casa e per usarla dovevano pagare un contributo speciale. Dopo il 1555 per imposizione di Paolo IV le porte di accesso ai ghetti erano sorvegliate da guardie cristiane e rimanevano chiuse dal tramonto all’alba. Per uscire dal ghetto gli ebrei dovevano indossare un indumento, un cappello o una sciarpa, di colore speciale. Nel ghetto c’era la Sinagoga.
Alla fine del Corso Umberto, uscendo da Porta Catania, si trova la Chiesa di Sant’Antonio: costruita nel 1330 fa parte del gruppo delle chiesette rustiche che furono costruite nella periferia della città per i bisogni religiosi della gente di campagna. Il portale della chiesa è simile a quello della facciata del Duomo e a quello della Chiesa dei Cappuccini. Fu distrutta dai bombardamenti del 9 luglio ’43 ma fu ricostruita con le stesse pietre recuperate tra le macerie. Non è aperta al culto religioso e dal 1953 ospita un presepe che riproduce, in scala, con piccoli cubi di sughero, la città di Taormina con alcuni monumenti.
Da visitare ancora il Castello Medievale e il Convento.

Il castello, che si trova in cima al Monte Tauro, è anche noto come Castello Saraceno, perché ricostruito, nel XIII secolo, dagli arabi. Ha forma trapezoidale ed è dotato di una torre, che era adibita come torre di vedetta. Ancora oggi si possono notare le cisterne per la raccolta delle acque piovane ed un corridoio sotterraneo per il deposito di provviste ed armi.
Il Convento dei Domenicani, oggi San Domenico Palace Hotel, uno degli alberghi più famosi d’Italia, fu il primo palazzo-castello (iniziato a costruire nel 1374, fu completato nel 1383) e il terzo monastero a nascere a Taormina. La sua origine e la sua storia sono legate al frate domenicano Damiano Rosso, discendente degli Altavilla e Principe di Cerami. Questi, divenuto frate, donò tutti i suoi beni, compreso il palazzo poi trasformato in convento, all’ordine religioso dei domenicani. Un suo busto marmoreo e una statua in legno si trovano dentro l’edificio. Dopo molti secoli il Palazzo passò al Comune di Taormina che lo vendette ai principi di Cerami, eredi di Damiano Rosso. Questi ultimi, ai primi del ‘900, lo trasformarono in albergo (il secondo in ordine di tempo a Taormina, dopo il Timeo). Rimase aperta al culto solo la chiesa dell’ex convento (dedicata a Sant’Agata), che però fu distrutta dai bombardamenti del 9 luglio 1943. Sui suoi ruderi sorge oggi la sala congressi dell’albergo, che ancora conserva i resti degli altari minori.

 

All’ex convento si accede attraverso un grande portale secentesco, ove è posto lo stemma dell’ordine monastico dei domenicani, scolpito in marmo: un cane con la fiaccola accesa in bocca. Ai lati sono murate due sculture di santi. Le 40 celle dei frati sono state trasformate in eleganti stanze d’albergo. Sono visibili un armadio-ripostiglio, scolpito a mano (del 1500), cassapanche antiche, anfore greco-romane, la campana della chiesa del convento, il caminetto dei frati ed il monumento a Giovanni Corvaja. Il campanile ha una base quadrata ed è costruito su tre piani. Di particolare interesse, infine, sono la statua di San Francesco, rappresentato con una pietra in mano (simbolo della ricostruzione morale e religiosa), la statua di San Domenico, che regge in mano un libro (simbolo della dottrina) e molti bei quadri. 


Si consiglia, ancora, una passeggiata alla Villa Comunale. Questo parco fu creato, con molta cura nei dettagli, da Florence Trevelyan ed altri membri di una comunità inglese, ai quali apparteneva il territorio. Lady Florence Trevelyan acquistò dal sindaco, Pancrazio Ciprioti, l'Isola Bella e comprò 82 vecchie casupole di pescatori e lotti di terreno che abbattè per realizzare lo splendido giardino che, dopo la sua morte, divenne il giardino pubblico di Taormina con le caratteristiche costruzioni ispirate ai suoi viaggi in estremo oriente.

 

Info

Hotel Innpiero 
di Michele Arrigo
Via Pirandello, 20
98039 Taormina (ME) 
P. Iva 01622520839

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